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IL BUON CUORE

Di Luigi Pirandello

 

Uhpoivendere i figliuoli: come le piglia lei le cose! Non s'è voluto fardanno a nessuno; anziil bene di tutti; e se la cosa poi è andata afinir così malecreda che la colpa è soltanto del buon cuore. Delrestoi figliuolic'è anche il modo di comperarli legalmente. Quandonon si possono averes'adòttano. Ma questo non era un modo per il maritoe la moglie di cui vi parlo. L'adottare un figliuoloa loronon sarebbeservito a niente. Il figliuolo lo dovevano farefare carnalmenteper viad'una grossa eredità lasciata a questa condizione da una zia bisbetica:che se l'erede non fosse venuto entro i dieci annil'eredità sarebbeandata ai trovatelli d'un istituto detto degli Oblati. C'è di queste ziebisbeticheagre zitelloneche si sentono venir male al pensiero dibeneficare i parenti che conoscono; e assaporano in segreto il dispettoche farannomettendo nei loro testamenti le vendette distillate o leminacce e i batticuori di certe arzigogolate disposizioni. Il nipote s'eraaccortamente premunitoscegliendosi una bella moglie prosperosache glidesse garanzia di molti figliuoli. Comela garanzia? Ehcome! Ho capitoche lei mi vorrebbe tirare a parlar sboccato. A occhios'intende;stimando quanto la sposa prometteva dal senodai fianchidai bei coloridella salute e della gioventù. Ma neanche a farlo appostaquando si dicela disgrazia! Il primo annoancora risero; il secondo meno; poi al terzocominciarono a impensierirsi; e più al quartocon sorde bili e segretirancori; finché non prorupperoal quintonella sguaiataggine di certiraffacci: ti vorrei far vedere per chi manca; ringrazia Dio che sono unadonna onesta e certe prove non me le sogno nemmeno di fartele. La donnasi saè sempre quella che parla di più. Cimentosa: tocca a te e non ame. Tocca? che tocca? Per quel che toccava a luisfidava a trovare unadonna che avesse il coraggio di lamentarsi. Lei non si lamentava. Eallora? Che altro voleva da lui? Per quel che lui ci doveva mettereincinque anninon unoma un reggimento di figli avrebbe potuto fargli.Figurarsi dunque la gioiache dico la gioiail tripudio quando lamoglieammansitauna mattinagli fece intendere che le pareva di avermotivo di credersi incinta. Chi sa perchéquesta confidenza le donne lafanno sempre tenendo gli occhi bassi. Lui parve impazzito; corse agridarlo in casa di tutti i parenti e amici e conoscenti; per miracolo nonlo gridò per le strade e non mise le bandiere a tutte le finestre: ilfiglio! il figlio! Se non chetutt'a un trattoquando la gravidanza giàpareva perfino esageratanon giunta ancora neanche al quinto meseavvenne una cosa che potrei lasciare intenderema dire precisamenteno.Una di quelle disgrazieoa dir dei medicifenomeni cherarima paresogliano avvenire. Avete insomma veduto quei bei palloni colorati che sicomprano per i bambini nelle fiereche a soffiar nel cannellino sigonfiano e poia levare il ditosi sgonfiano sonando? Cosìma senzasuono. Insommail figliofatto d'ariasfumò. Immaginatevi quelpoveretto dopo tanta allegrezzala mortificazione di doverlo annunziarela prima volta. La seconda almeno se la risparmiòperché ebbe laprudenza di non far sapere a nessuno che la moglie credeva d'essere dinuovo incinta. La terzaEccofu per pura combinazioneper uno di queicasi non cercati che vengono a proposito e si dicono mandati da Diobenché a una che faccia professione di portare al mondo dei figliuoliaccadano di frequente. - Io? Osi venir da meragazza miaper questecose? E non sai che c'è la galera? Nascondi quanto vuoipoi si viene asaperee chi ci andrebbe di mezzosarei io. Nono. E poipeccatomortale. Non te lo credeviehlo so; dite tutte così; ma è pure daaspettarseloquando si fanno certe cose. E ora vieni da meperché ioabbia pietà? Era peròveramenteuna di cui non si sarebbe detto chel'avesse fatto per vizioe nemmeno sapendo il male che si faceva; unaragazzona di diciassett'annipastosa e vermiglia come una pescaconcerti occhi abbambolatiche ci s'era trovata senza sapere comepresaalla sprovvista mentresìun pò per riderefaceva all'amoreallaguerrierae non capiva bene dove alla finenel calore dello scherzoabbandonandosisi può arrivare. Oraeccosenza far male a nessunoanzicom'ho dettofacendo il bene di tuttisi combinò così: che leila ragazzanon doveva far saper niente a nessunonemmeno alla sua mamma;si sarebbe messa a servizio di una certa signorala quale al contrarioavrebbe fatto sapere a tutti che aspettava per la terza volta un bambinoe che questa volta sperava di portarlo a compimentoandando per consigliodel medico a maturarlo in campagnaall'aria sana; là nessuno le avrebbevedutema con discrezione e senz'esagerare; anzi la signorache parevaveramente incintasi sarebbeoccorrendomostrata: in modo che la cosavenisse naturale. Sìsono incintama che c'entra? se c'è bisognoeccomi qua; e anche leila servettafino a tanto che la grossezza nonavesse dato nell'occhioper quanto in campagna a queste cose non ci sibada; alla fineal momento del partoi gridi dell'una sarebbero parsiquelli dell'altrae il bambino da un lettoappena natosarebbe passatoall'altrosenza che lei nemmeno lo vedesse. Tantonon lo voleva.L'avrebbe avuto l'altra che lo desiderava invece così ardentemente; esarebbe stato ricco e felicementre con leise pure fosse arrivato anascerechissà che disgraziato sarebbe statosenza padresenza nomesenza statoin un ospizio di trovatelli. E poter dare per giuntaunavolta tantoa questa professione di portare al mondo i figliuoli in certetane di miseriadove patiranno tutti gli stenti e anche la famelasoddisfazione di far cangiare almeno a uno lo stato: invece di portarlo inun covo di spineportarlo in un letto di rose. Ma era andata anche megliodi cosìperché il signorenon contento d'aver salvato dal disonore efors'anche dal delitto la ragazzale volle assegnare anche una dote diventicinque mila lireche poi i maligniquando si riseppe ogni cosadissero il prezzo del bambinobrutto spilorciousuraio profittatore;venticinque mila lire per un bambino che avrebbe invece salvato a lui unacosì grossa eredità; senza voler pensare che per quella ragazzache nonvoleva esser madrequel bambino non aveva altro prezzo che quello delpeccato e del disonore; e che quella dote era pur bastata a richiamare ilgiovine che aveva rovinata la ragazza e a fargliela sposare. Giovaniecon la prova già fattase avessero voluti altri figliuoliavrebberopotuto farne a piacer lorosenza tener più conto di quel primochedavvero non era poi da compiangerericco e beato in una casa di signori.Tuttocosìera andato liscio in porto: il matrimonio dei giovanicolpagamento della dote già fissato in un assegno da riscuotere subito dopoil parto; la gravidanza della signora che sembrò vera a tuttie quelladella ragazza di cui non riuscì ad accorgersi né a sospettar nessuno; mache paura neraspecie negli ultimi mesia sentirsisotto certi occhiche le guardavanocome inghiottite dalla finzione che facevanol'unad'essere incintae l'altra di non esserlo; luiil signoresi facevarivedere in città di tanto in tanto; riportava ai parenti e agli amici iprogressi del nascituroattecchito per davvero questa volta. Ma sì!figurarsi che già si moveva; gliel'aveva fatto tastar con la mano lamoglie (ed era leiinvecela moglieche l'aveva tastato con la mano sulventre della ragazzaesclamando con un tremore di gioia e di ribrezzoinsieme: - Uhsìdavverogià tira i calcetti! tira i calcetti!)epoi la felice nascita del bambinodenunciata e iscritta sotto il nome deifinti genitori: e assicurata così in tempo la grossa eredità. Fu il buoncuore. La colpa fu proprio soltanto del buon cuoreall'ultimo momentoallorché la signoracon tutto quel suo bel seno di cerada tenereesposto tra i merletti in vetrinasi trovò senza una goccia di latte dadare al bambino affamatomentre di là la ragazza spasimava col pettogonfioda cui il latte sprizzava come da due fontanelle. Si perdetteroproprio per questo: per quel latte che sprizzava e per quella boccuccia dibimbo che voleva succhiare. Tant'è vero che avviene sempre cosìchepiù d'ogni ingegno vale la forza della natura. Dovevano aver pronta unabàlia in cittàe subito partire col bambinosenza nemmeno lasciarlovedere alla ragazza; invece la signora si impietosìpensò chenessun'altrameglio della madre veraavrebbe potuto allattare ilbambinoe corse lei stessa ad attaccarglielo al petto. Tutto il malevenne di qui. Combinarono cheritornati in cittàla ragazza avrebbefigurato da bàlia; tanto il marito già l'aveva con sé. Ma appuntogiàcol marito accantochera il padre vero del bambinola madreche pernove mesi l'aveva portato in sé e poi con tanto dolore partoritoora chese lo serrava tra le bracciaattaccato al petto suocarne suasanguesuopoteva più darlo a un'altra? Sìc'erano i pattic'erano tutte leragioni in contrariotutti falsi che ora si sarebbero scopertil'eredità perdutae la prigionela prigione per tutti. Ebbenelaprigionema il figlio no; il figlio quella madre non lo poteva più darea nessuno ora che se l'era attaccato al seno: era suo e non lo poteva piùdare a nessuno. Così furono tutti imprigionatiil signorela signorala levatriceil giovinela ragazza e per forza anche il bambino con lei.Tuttisotto una diversa imputazione; e sotto più imputazioniuna piùgrave dell'altraciascuno; e alla fineimprigionati per nullaperchéper le furie con cui la ragazza aveva difeso il bambino contro tutti econtro il suo stesso maritoil latte le si guastò e in carcere ilbambino morìe tutti rimasero come statue di sale in attesa dellacondannaa mani vuote.